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NUOVO SCHEMA PLASTICA SECONDA VITA SOTTOPRODOTTI

L’Economia Circolare ha introdotto un nuovo modo di pensare le risorse, rendendo di fatto possibile una rigenerazione delle stesse nei diversi cicli produttivi. Questo modello organizzativo rappresenta un’incredibile opportunità per le imprese sia dal punto di vista del risparmio economico che dal punto di vista della valorizzazione del proprio prodotto e quindi in termini di sviluppo del business.

Se parliamo di Economia Circolare, a fianco della complessa legislazione sui rifiuti, esistono tipologie di materiali che, in base alle proprie caratteristiche, possono essere assoggettati ad altre discipline. In alcuni casi, si tratta di residui di processi produttivi che, a seguito di trattamenti particolari, perdono il proprio “status” di rifiuti, per divenire le cosiddette “Materie Prime Secondarie”, termine ormai soppiantato dalla nuova disciplina di matrice comunitaria dell’ “End of Waste” che  si innesta nel più ampio scenario della circular economy. In altri casi, invece, ci sono scarti di produzione che possono essere automaticamente esonerati dal novero delle disposizioni in materia di rifiuti perché la loro composizione ne consente il riutilizzo: sono i cosiddetti “sottoprodotti”. La distinzione tra ciò che costituisce un rifiuto e ciò che, invece, non lo è, da anni caratterizza la scena sia legislativa sia giurisprudenziale per motivi non solo di carattere ambientale, ma anche economico, in quanto poter recuperare materiali consente alle imprese un notevole risparmio anche per un minore ricorso alle materie prime nei processi produttivi.

Se valutiamo il quadro Normativo, il decreto del Ministero dell’Ambiente e della tutela del territorio e del mare 13 ottobre 2016, n. 264, relativo ai criteri indicativi dei requisiti per qualificare i residui di produzione come sottoprodotti e non come rifiuti, nelle premesse parla espressamente dell’importanza della «dissociazione della crescita economica dalla produzione di rifiuti» come driver per l’innovazione tecnologica finalizzata al riutilizzo di residui di produzione nel medesimo o in un successivo ciclo produttivo, il calo della produzione di rifiuti e la riduzione del consumo di materie prime vergini.

Il settore plastico, oggi più che mai, è oggetto di una attenzione particolare da parte dell’opinione pubblica in relazione all’impatto che produce non solo l’attività stessa ma anche il prodotto nel suo Ciclo di Vita. Nel contempo occorre evidenziare come sia in prima linea nell’attenzione ai temi di sostenibilità avendo da sempre prestato particolare attenzione sia al riutilizzo dei materiali riciclati sia nell’impiego di sottoprodotti, in alternativa alle materie prime vergini. Come possono le imprese del settore plastico, alla luce delle Leggi e Norme a disposizione, valorizzare le best practices che da tempo sono in atto nel riutilizzo dei sottoprodotti e le iniziative che vengono sviluppate per incrementarne il valore?

Per rispondere a questa forte esigenza, il marchio Plastica Seconda Vita è stato, di recente, esteso anche alla gamma dei sottoprodotti, proprio per rispondere alle nuove richieste di mercato ed agli obiettivi di sostenibilità ambientale ed economica impostati a livello internazionale.

La certificazione “Plastica Seconda Vita Sottoprodotti” rende riconoscibili i materiali ed i manufatti che, nell’ottica di perseguire il concetto di Economia Circolare, sono interessati da un effettivo riutilizzo, garantendone così la loro valorizzazione. Il marchio è applicabile sia ai materiali che ai manufatti realizzati con materiali derivanti da un processo di fabbricazione il cui scopo primario non è l’ottenimento degli stessi (sottoprodotti). Per questi prodotti il concetto di “Seconda Vita” afferisce al successivo utilizzo dopo la loro produzione evitando quindi che diventino rifiuti. Il marchio attesta la corretta gestione dei sottoprodotti e il contenuto degli stessi nei materiali e nei manufatti.

Il marchio Plastiche Seconda Vita, oggi disponibile anche nella versione inglese per tutte le aziende che abbiano prodotti destinati al mercato estero, rappresenta dunque un volano fondamentale per la valorizzazione sia del brand che del prodotto con inevitabili ripercussioni positive nel business.

Istituto Italiano dei Plastici, unico ente di certificazione accreditato per il marchio Plastica Seconda Vita nell’ambito del regolamento accreditato, continua ad ampliare  la gamma dei propri servizi, offrendosi alle aziende come interlocutore primario sulla certificazione Plastica Seconda Vita Sottoprodotti.

Per maggiori informazioni:
serena.lorfano@iip.it
mario.romersi@iip.it