Seminario: L’economia circolare nel settore agroalimentare, il convegno di Federalimentare con la partecipazione di IIP

Il 27 maggio IIP ha partecipato all’evento organizzato da ENEA e Federalimentare volto a presentare i risultati del progetto Europeo PEFMED – https://pefmed.interreg-med.eu/ – finalizzato alla promozione dell’utilizzo di strumenti innovativi, quali l’Impronta Ambientale di Prodotto, nel settore Agroalimentare.

Gli interventi che si sono susseguiti hanno consentito di riflettere sulla sostenibilità dei prodotti agroalimentari anche in relazione agli imballaggi che li contengono.

Matteo Locati, Sales Manager di IIP, è intervenuto in uno speech a due voci insieme a Parmalat proprio per approfondire il tema degli imballaggi.

Parmalat ha valorizzato la strategia di sostenibilità degli imballaggi dei suoi prodotti attraverso quattro importanti leve:

  • Riduzione della quantità di packaging, grazie ad una costante attività di ricerca e sviluppo
  • Utilizzo di materiali riciclabili quali ad esempio l’HDPE, PET, etc.
  • Utilizzo di materiali a ridotto impatto ambientale
  • Utilizzo di materiali “Seconda Vita”

L’intervento di IIP, incentrato sul quarto dei punti precedenti, ha approfondito alcuni temi volti sia a sfatare falsi miti sia a promuovere gli schemi di certificazione che le imprese del settore plastico possono attuare per valorizzare la sostenibilità dei propri prodotti.

È infatti emerso come, analizzando il rapporto tra l’impatto ambientale degli imballaggi e quello dei prodotti agroalimentari in essi contenuti (PREI – Packaging Relative Environmental Impact), gli imballaggi che risultano essere in assoluto meno impattanti sono quelli in plastica.

L’indicatore può essere utilizzato dalle imprese del settore agroalimentare per orientare le proprie scelte strategiche di riduzione degli impatti ambientali. In presenza di un alto valore di PREI occorre, infatti, attuare misure per ridurre l’impatto dell’imballaggio (sempre vero per vetro e alluminio). Bassi valori dell’indicatore PREI, invece, possono orientare le scelte aziendali nel migliorare la shelf life dei prodotti, in un’ottica di riduzione dello spreco alimentare, tematica molto sentita dopo le iniziative introdotte nel 2015 con EXPO.

In termini di valorizzazione del prodotto, è stato infine portato l’esempio della Certificazione Plastica Seconda Vita che Parmalat ha ottenuto per le bottiglie di latte PuroBlu e Zymil, con il supporto di IIP. Una certificazione che ha consentito all’azienda di valorizzare il proprio prodotto attraverso importanti dati di riduzione dell’impatto ambientale:

  • 600 tonnellate all’anno di PET Vergine evitato con l’utilizzo di plastica da raccolta differenziata
  • 1700 tonnellate all’anno di CO2 evitata
  • 800 mc di acqua risparmiata rispetto alla produzione delle bottiglie vergini.

 Un grande successo per Parmalat, una conferma del fatto che IIP (unico Ente di Certificazione in Italia ad essere Accreditato per lo schema Plastica Seconda Vita) è sempre al fianco delle imprese per sostenerle nello sviluppo di iniziative volte a valorizzare la propria sostenibilità e ad incrementare le opportunità di business.

Per approfondire l’argomento, vi invitiamo a consultare la presentazione dell’intervento di Matteo Locati, disponibile al seguente link.